30 aprile 2011

NOTIZIE GIURIDICHE


CODICE DELLA STRADA
Autovelox: tutti i casi in cui la multa è nulla secondo la Cassazione
Paletti più rigidi per l’accertamento delle infrazioni al limite di velocità tramite autovelox. Le ultime sentenze della Cassazione, infatti, definiscono meglio il quadro delle tutele per gli automobilisti.



Così, per esempio, se il dovere di segnalare in anticipo il dispositivo elettronico è uno dei punti ormai acclarati dalla giurisprudenza, per la prima volta, è stato riconosciuto un uguale obbligo informativo anche a beneficio di chi proviene da strade laterali. Infatti, i giudici di Piazza Cavour, con una recente sentenza, hanno riconosciuto le ragioni del guidatore in quanto il cartello segnaletico era apposto unicamente sulla strada principale e non anche sulla provinciale che più avanti l’intersecava. 

Con un’altra recente pronuncia, invece, la Suprema Corte ha annullato una multa in quanto dal verbale non emergeva la presenza dell’agente di polizia municipale nella fase di “elaborazione dell’accertamento”, avendo il comune interamente esternalizzato la gestione del servizio. 

Mentre, per quanto riguarda i rilevamenti in città, le multe elevate su percorsi urbani “ordinari” sono sempre annullabili anche quando vi è stato il placet del prefetto all’installazione. 

Vale quindi la pena ripercorre le principali decisioni in materia ed i punti fermi sui cui gli automobilisti, almeno fino ad oggi, possono contare.

Il dispositivo va sempre segnalato
Non basta la segnalazione in anticipo della presenza del dispositivo quando fra il cartello e l’autovelox vi siano degli incroci con altre strade. Infatti, in tal caso il soggetto che si immette sulla strada “controllata” può correttamente sostenere di non essere stato informato. 

Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza n. 680/2011 riconoscendo le ragioni dell’automobilista che lamentava, dopo essersi immesso sulla statale, “di non aver incontrato alcun cartello segnalante la successiva presenza dell’autovelox”. Per i giudici: “In siffatto contesto, non sarebbe stato, dunque, sufficiente, accertare l’esistenza di un unico e qualsiasi cartello premonitore, sulla strada statale, essendo necessario verificarne invece, in coerenza alle finalità perseguite dalla legge: la presenza specifica ed a congrua distanza tra la suddetta intersezione e la successiva postazione fissa”. Non solo ma “il relativo onere probatorio, in mancanza di attestazione fidefacente al riguardo contenuta nel verbale, incombeva sull’amministrazione opposta, trattandosi di una condizione di legittimità della pretesa sanzionatoria”.  

No alla indicazione del cartello nel verbale
Invece, la circostanza che nel verbale di contestazione di una violazione dei limiti di velocità, accertata mediante autovelox, non sia indicato che la presenza dell'apparecchio era stata preventivamente segnalata mediante apposito cartello non rende nullo il verbale stesso “sempre che di detta segnaletica sia stata accertata o ammessa l'esistenza”, Cassazione ordinanza n. 680/2011.

L’"elaborazione" della sanzione va fatta dai vigili
Se ad elaborare la multa fatta con l’autovelox non è stato un agente della municipale allora ci sono speranze di vedersi annullata la sanzione. Infatti, dal verbale di accertamento deve emergere "adeguatamente" che il rilevamento è stato fatto da “un agente preposto al servizio di polizia”. Lo ha deciso la Corte di cassazione con la sentenza del 5 aprile 2011 n. 7785. I Supremi giudici hanno infatti accolto le doglianze dell’automobilista che lamentava la mancata partecipazione della polizia municipale nelle fasi di “elaborazione dell'accertamento”. 

Il comune aveva esternalizzato l'intera gestione a una ditta esterna, indicando poi soltanto genericamente una "supervisione" da parte della Polizia municipale. Così facendo, però, risultava “indimostrata” l'esistenza di quell'elemento “di certezza e legalità” che “solo la presenza del pubblico ufficiale può garantire al cittadino”. Sul Comune, dunque, incombeva l’onere - non assolto - di provare che la presenza del privato era limitata alla fase di installazione ed impostazione degli apparecchi; mentre la gestione degli stessi era “rimasta riservata ai pubblici ufficiali”; e che comunque il ruolo degli operatori tecnici fosse sempre “subordinato a quello dei vigili urbani".

In città rilevamenti solo su strade ad “alto scorrimento”
Secondo l’articolo 4 della legge 168/2002 che disciplina i controlli di velocità da ”remoto”, questi sono sempre possibili sulle strade “extraurbane principali” ma non sulle strade “urbane ordinarie”, mentre per quelle “extraurbane ordinarie” e per quelle “urbane di scorrimento” occorre l’autorizzazione del prefetto. L’autorità  di governo può, dunque, autorizzare gli autovelox sulla base di alcuni elementi quali: la pericolosità, il traffico o la difficoltà di fermare il veicolo. 

È accaduto però, secondo la Cassazione, sentenza 3701/2011, che alcuni comuni hanno forzato un po’ la mano ai prefetti ottenendo un lasciapassare all’installazione anche in strade prive delle caratteristiche previste dalla legge. Ragion per cui i giudici,  pur riconoscendo l’autonomia dei prefetti, hanno annullato i verbali. Secondo un’altra sentenza, la 7872/2011, i margini di manovra del prefetto nel definire i tratti di viabilità ordinaria su cui autorizzare le postazioni fisse “trovano come limite insuperabile il tipo di strada, che è individuato con certezza dalla legge 168/02”.

L’omologazione dell’apparecchio non “scade” mai
In relazione alle apparecchiature di controllo automatico, il legislatore non ha adottato nessuna disposizione che commini la decadenza delle omologazioni rilasciate. Secondo la Cassazione, sentenza 17361/2008, ne consegue che “nel giudizio di opposizione alla sanzione amministrativa, non sussiste alcun ulteriore onere probatorio, a carico dell'Amministrazione, relativo alla perdurante funzionalità delle predette apparecchiature”.

No alla taratura periodica
Non vi sono neppure norme che impongono un obbligo di taratura periodica dell’autovelox. Dunque, l'attendibilità degli accertamenti effettuati non può ritenersi inficiata dalla assenza di controlli periodici. Non solo ma l'efficacia probatoria rimane sino a che non risulti accertato, in quanto dedotto ed espressamente provato, il mal funzionamento dello strumento, o il difetto di costruzione, installazione, Tribunale di Potenza, sentenza 11 novembre 2010 n. 1496. 

E sempre il tribunale di Potenza, sentenza 1305/2010, ha chiarito che “il sistema nazionale di taratura di cui alla L. n. 273/1991 non si applica alle apparecchiature per la rilevazione delle violazioni dei limiti di velocità fissati dal codice della strada, le quali, invece, sono soggette esclusivamente ad una verifica di perfetta funzionalità (omologazione) da parte del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Tale verifica, peraltro, è indispensabile solo in relazione al "modello" di apparecchio e non deve essere effettuata di volta in volta sul singolo esemplare”. 

E, dunque, “il verbale […] fa piena prova della sussistenza della violazione anche quando i dati relativi all'omologazione, riportati, non si riferiscano specificamente all'apparecchio utilizzato ed a prescindere dal rispetto della taratura periodica”. Concetto espresso anche dalla Cassazione, sentenza 22207/2010, “In materia di accertamento di violazioni delle norme sui limiti di velocità la necessità di omologazione dell'apparecchiatura di rilevazione automatica - ai fini della validità del relativo accertamento - va riferita al singolo modello e non al singolo esemplare“.

Non necessaria la contestazione immediata
L'eccesso di velocità deve essere contestato immediatamente soltanto se verificato mediante strumenti che consentono la misurazione ad una congrua distanza prima del transito del veicolo davanti agli agenti. L'utilizzazione di apparecchiature diverse, quali l'"autovelox", invece, “rientra di per sé tra le ipotesi di esenzione da tale obbligo e l'attestazione del loro impiego, contenuta nel verbale di accertamento, costituisce valida ragione giustificatrice della mancanza di una contestazione immediata, né sono sindacabili in sede giudiziaria le modalità di organizzazione del servizio di polizia stradale, come quelle relative al numero delle pattuglie operanti”, Cassazione n. 9308/2007.
(FONTE SOLE 24 ORE )

NOTIZIE GIURIDICHE

Passi con il rosso? Se il Comune installa il controllo automatico "a cPassi con il rosso? Se il Comune installa il controllo automatico "a caso" il giudice può annullare la multa
Il giudice onorario di Bassano del Grappa ha annullato ad un automobilista vicentino, una multa al semaforo rilevata da un apparecchio automatico collocato nel territorio comunale di Romano d'Ezzelino, sostenendo che la decisione di installare il controllo automatico in un determinato incrocio non può essere fatto a caso ma va motivata sulla base dei dati sugli incidenti e della pericolosità intrinseca di una strada conformata in quel modo. 





La sentenza non solo ribalta quanto deciso in primo grado dal Giudice di Pace ma censura pesantemente e sotto molti profili, l'operato dell’amministrazione.
Nell’annullare la sanzione il Tribunale ha considerando innanzitutto che ogni incrocio, semaforo e relativo rilevatore di infrazioni deve rispondere ad un progetto specifico, in base al quale tarare sia i tempi del ciclo semaforico sia il ritardo rispetto al rosso col quale l'apparecchio deve iniziare a registrare i passaggi vietati (il ritardo dev'esserci per omologazione, nel caso di apparecchi meno recenti, che non riportano su ogni fotogramma il tempo trascorso dall'accensione del rosso). Non basta quindi la volontà del Comune di installare l’apparecchio ma è necessario che l’amministrazione fornisca le motivazioni della decisione.
La sentenza di Bassano contiene anche il richiamo al parere di un ufficio del Ministero dell'Interno, secondo cui l'installazione dei controlli ai semafori deve essere autorizzata dal Prefetto, anche se ad oggi non esiste alcuna legge che lo richieda.aso" il giudice può annullare la multaSecondo il Tribunale di Bassano le installazioni di rilevatori di infrazioni devono rispondere ad un progetto specifico

NOTIZIE GIURIDICHE

Se le multe sono Se le multSe le multe sono "maggiorate" il Comune non le può riscuotere

Sono 21 i ricorsi recentemente accolti dai Giudici di Pace DI MEZZA ITALIA , contro la prassi deI ComunI  E DELLE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI E REGIONALI di aumentare le cartelle esattoriali per il ritardato pagamento delle multe stradali.


 Citando una breve ma chiara disposizione della Corte di Cassazione, secondo la quale queste maggiorazioni previste da una legge del 1981 non vanno applicate alle multe stradali, i  magistrati hanno così accolto i ricorsi presentati . Si tratta peraltro di maggiorazioni non di poco conto che comportano un aumento del 10% semestrale sul totale della contravvenzione. Nel caso di una multa del 2006 iscritta a ruolo nel 2010 di 71.50 euro, l'ammontare della maggiorazione, in base alla legge 689 del 1981, è di ben 50.05 euro. Per I RICORRENTI  che ha condotto DELLE  battaglIE  legalI le cartelle maggiorate "dipendono da un'interpretazione erronea della norma” ma la Cassazione è stata chiarissima e ora alcuni Giudici di Pace recepiscono la sentenza della Suprema Corte del 2007 che disapplica quella legge e prevede l'iscrizione a ruolo solo della metà del massimo e non anche degli aumenti semestrali.
COME Più VOLTE DA NOI RIPORTATO , ANCORA UNA VOLTA CHI DEVE ESSERE MESSO IN RIGA , A LA SUA LEZIONEe sono "maggiorate" il Comune non le può riscuotere"maggiorate" il Comune non le può riscuotereSe le multe sono "maggiorate" il Comune non le può riscuotere

GOOD MORNING VELLETRI


  C’è Posta PER VOI!
Allora credevate veramente che sarebbe stata una relazione duratura?
Che sarebbe stata tutta rosa e fiori, e invece come noi avevamo più volte sbandierato dalle pagine del nostro blog, e da quella di fb che sono dei dinosauri sulla via dell’estinzione.
A questo punto non gli rimane che: o l’isola dei famosi dimenticati, oppure la trasmissione televisiva di Maria de filippi c’è posta per tè!




Dove in uno studio surreale da una parte Bersani Rosy Bindi e Veltroni, dietro la busta gigante di Pietro o chi volete voi.
La stessa cosa dicasi per bossi, Berlusconi, casinhouse, fini ecc.…ecc.….
Insomma tutto nasce da un unico fatto nessuno vuole prendere ordini, nessuno vuole essere secondo all’altro , nessuno vuole rinunciare a niente , e per il  solo fatto di credere che è il più forte , e di poter fregare il suo prossimo alleato come a fatto con il primo che fu.
Per non parlare delle amministrative , che si stanno profilando all’orizzonte ,  livello nazionale sbraitano con parole di fuoco “ mai alleanze con quelli , che siamo pazzi ????” mai con i comunisti che siamo  stronzi ????? Mai con la destra che siamo fascisti?
Mai con la sinistra più sinistra, noi siamo cattolici!
Mai con questi pazzi, non ci vogliamo diventare pure noi!
Rispondiamo noi di spqv!
Basta con questi pazzi , cittadino , cittadina ascolta senza timore l’unica voce libera , senza pregiudizio alcuno ritorna libera , ritorna libero , basta schiavitù , basta con l’essere preso per i fondelli ma non vedi cosa sta accadendo , i tuoi problemi non sono i loro , ma quelli loro li fanno diventare tuoi , continuando senza vergogna a fregarti , a fregarci ( pensano loro) Alle prossime elezioni amministrative -  giurava e spergiurava Italo Bocchino - Futuro e Libertà che non sarà mai alleato con la sinistra e con il Partito Democratico, in nessun Comune".
Bugiardo!
Bugiardo!
Leggi attentamente: FLI A BRACCETTO COL PD - Iris Volante, moderata proveniente dall'area Udc, è stata in grado di aggregare attorno a se un'ampia (e raccogliticcia) coalizione, che va dal gruppo di Pier Ferdinando Casini al Partito Socialista, dal Partito Democratico all'ancor più demopcratico Fli. Tanto democratico che, a dispetto dei proclami dei suoi leader (oltre Bocchino, anche Adolfo Urso aveva detto: "Con la sinistra mai"), ciascuno può fare quello che vuole, allearsi con chi vuole, meglio se con la sinistra.
Certo non vuole di abbassare i toni, il partito di Fini, che, in una campagna elettorale più pericolosa di una polveriera, scelgono di appoggiarsi alla sinistra oltranzista.
E che ne dite invece della situazione di grottaferrata ?
Altro pd altro casino Per l'Amministrazione Mori, che  ha festeggiato il primo anno di mandato, è un momento molto  complicato.   un possibile ritorno anticipato alle urne inizia ad aleggiare, anche se prima il sindaco potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di ritoccare la squadra infatti  il primo  cittadino. Se la deve vedere con Le insidie che vengono proprio dall'interno della maggioranza di centrosinistra: la conclamata fuoriuscita di Mauro Tomboletti (Idv) e la posizione fortemente critica di Stefano Bertuzzi (Pd), rendono da settimane l'equilibrio instabile. La novità è però che, pare, anche Alessio Ferretti (Pd) si sia unito ai due «dissidenti». Stessero effettivamente così le cose, Mori rischierebbe di non avere più la maggioranza. E andiamo , e andiamo sindaci che vai stessi casini che trovi no?
Perché a Velletri ? ci pare che ……….si anche qui c’è qualcuno !
E passiamo ad un altro bugiardo che fa bella compagnia ad un altro pinocchio ( sappiate bene che di pinocchi a Velletri c’è ne, è non son pochi !)signori e signore dalla puglia col furgone opss pardon con furore svendolaxxxxxx, il futuro spinocchiatore e gran bugiardo , e se non ci credete sappiate che la corte costituzionale ha condannato nichi vendola per i Conti pubblici in disordine e contratti di lavoro indebiti .
 La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della legge dieci del 2 agosto 2010 della Regione Puglia, retta dal leader di Sinistra ecologia e libertà, che salvaguardava "incarichi dirigenziali e contratti di lavoro" nonostante la Regione non avesse rispettato il patto di stabilità interno. In pratica, pur non avendo fondi a sufficienza Vendola, aveva prorogato rapporti di lavoro subordinato e autonomo a tempo determinato.
Il Governo italiano aveva impugnato la legge ritenendo violati i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica. Il patto di stabilità interno prevede, infatti, la revoca d’incarichi dirigenziali esterni e di contratti di lavoro a tempo determinato, stipulati a seguito di atti adottati in violazione del patto di stabilità. Una prassi che Vendola ha deciso di violare pur di non tagliare consulenze e apparato burocratico. La Suprema Corte non ha neppure accettato il fatto che la Regione Puglia avesse abrogato la legge con una successiva disposizione del 30 marzo 2011. Per otto mesi, infatti, la legge censurata è stata in vigore.
Chiaro no!
E che dire signori sarà pure lontana la sicilia ma Roma e vicina e credete che non abbia ripercussioni la vicenda degli onorevoli imputati?
Di chi stiamo parlando ? ma di loro no !?
Ma di quelli che si erano eretti a famosi e futuri salvatori della Sicilia tanto di pensare di farla franca pensando addirittura di chiedere la secessione dall’Italia Anche il governatore Lombardo nel mirino della procura di Catania che nei prossimi giorni deciderà se rinviarlo a giudizio. All'Assemblea Siciliana 3 consiglieri arrestati e 17 indagati su un totale di 90. Cui si aggiunge una quarta richiesta d'arresto in corso. Non sono numeri di una grande operazione anticrimine, ma è la posizione di venti deputati del Parlamento siciliano. Che, richiamando la cabala, fa «paura», dato che sono proprio novanta, i parlamentari che siedono a Sala d'Ercole.
C'è un governo Lombardo in bilico per una spaccatura nel Partito Democratico tra chi intende continuare a stare in fianco al presidente della Regione e chi, invece, tuona quotidianamente affinché il partito di Bersani molli il governatore Lombardo. Un tira e molla senza fine che ormai dura da circa un anno. Intanto però le porte delle carceri si sono aperte lo scorso 11 marzo per il deputato regionale del Partito Democratico Gaspare Vitrano, sorpreso con una mazzetta di dieci mila euro in tasca per presunti affari su energie alternative e poi trasferito ai domiciliari. Ma per il rappresentante del partito di Bersani la detenzione non appare tutta amara, se così si può dire. Infatti, nonostante gli arresti, continuerà a percepire cinque mila euro lorde al mese in qualità di deputato regionale in attesa che arrivi la sospensione definitiva dal Consiglio dei ministri.
Arriverà?
Intanto cittadini meditate bene, questi pinocchi non solo ci prendono in giro , ma prendono pure i soldi una volta arrestati , e allora una buona volta ficcatevelo in zucca , andate a votare , ma una volta entrati prendete la scheda poggiatela bene sul pianale e con forte decisione imprimete una bella  x su tutta la scheda senza timore  e  non date retta a quelle oche senza cervello che vi dicono nooooooo devi votare per questo e quellooooooo !!!!!!!!!!!
Quelli sono i lecchini che temono di più la vostra punizione, e allora puniamoli!


affinchè visto che ci rompono gli attributi e tanto con i loro messaggi , e anche via posta questa volta un messaggio chiaro e conciso arriverà anche a loro questa volta 

24 aprile 2011

GOOD MORNING VELLETRI


L'astensionismo elettorale: il 46% degli italiani è indifferente alla politica.

Quando la goccia fa traboccare il vaso, e di definizioni se ne possono trovare a bizzeffe per far entrare nella testa di questi politici arraffoni la realtà che li sta sommergendo.
L'astensionismo? È soprattutto un’espressione d’indifferenza nei confronti della politica per il 46% degli italiani. L'Eurispes ha realizzato un'indagine finalizzata a descrivere il comportamento elettorale dei cittadini nelle elezioni 2011.
messi a punto per il Rapporto Italia 2010/11, ma non ancora pubblicati integralmente, fanno emergere inoltre come moltissimi tra gli elettori, il 37%, ritengono che l'astensionismo sia un’espressione di protesta. Soltanto per una minoranza (9,7%) si tratta di un normale comportamento elettorale.
Soprattutto gli elettori del Nord-Ovest, il 51,9%, valutano questo comportamento elettorale una manifestazione di disinteresse nei confronti della politica. Dello stesso parere, anche se con percentuali inferiori, anche il 49% dei residenti del Centro, il 47,7% del Nord-Est e il 40,2% del Sud.
Il 43% dei residenti nelle regioni meridionali ritiene invece l'astensionismo, una forma di protesta contro il 37,2% dei residenti al Nord- Est, il 37,1% nelle Isole e il 36,1% al Centro.
Tra i più giovani con un'età compresa tra i diciotto e i ventiquattro anni, è diffusa, più che nelle altre fasce d'età, l'opinione secondo cui l'astensionismo deve essere considerato un sentimento d’indifferenza verso la politica (57,3%), seguiti a breve distanza dai 25-34enni che la pensano così nel 50% dei casi. Invece si tratta di una protesta soprattutto per i 35-44enni (44,4%) e per gli over 65 (39,6%).
L'astensionismo come espressione di distacco dalla politica è un’opinione condivisa dal 46,6% delle donne contro il 45,4% degli uomini. Questi ultimi vedono maggiormente nella scelta di non votare una forma di protesta (37,4% vs 36,7%) e sono sempre più gli uomini (11,4% vs l'8,2%) a sostenere che il non voto sia un normale comportamento elettorale.

Per quanto riguarda le professioni, se per gli imprenditori (50%), per i pensionati (42,4%) e gli operai (41%) astenersi dal voto significa soprattutto esprimere dissenso, per studenti (54,2%), disoccupati (51,2%), insegnanti e impiegati (51%), dirigenti (48,6%), liberi professionisti (44,8%) e casalinghe (43,9%) si tratta invece di un'espressione di indifferenza verso la politica.

Coloro che posseggono un titolo di studio più elevato tendono a definire con maggiore frequenza degli altri l'astensionismo una forma di indifferenza verso la politica (47,6% dei diplomati e 51,3% dei laureati, contro il 36,8% dei possessori di licenza media e il 36,6% dei privi di titolo e di quanti hanno una licenza elementare).

Infine, gli elettori di destra e di centro ritengono più degli altri che l'astensionismo sia espressione di protesta, rispettivamente il 39,7% e il 38,6%. Nel centro sinistra e nel centro destra l'opinione prevalente è quella dell'astensionismo come espressione di distacco dalla politica (54,4% e 48,9%). Più di tutti, gli elettori di sinistra vedono in questo comportamento una normale pratica elettorale (13,5%).

Ma come si traduce nel comportamento elettorale la disposizione degli italiani nei confronti delle Istituzioni e della politica? La larga maggioranza, il 77,1%, dichiara di andare sempre a votare alle elezioni. Di contro, il 13,9% lo fa qualche volta, il 4% quasi mai, il 2,8% mai. Il valore concernente chi vota sempre è in calo, seppure non in misura drastica, rispetto al dato che era stato rilevato nel 2010 (81,5%).

Ad esercitare con assiduità il proprio diritto al voto sono soprattutto i cittadini di sinistra e centro-sinistra (84,5% e 86%) rispetto agli elettori di destra e centro-destra (78,2% e 77,7%), e ancor meno quanti si collocano politicamente al centro (63,8%). Presenta un test elettorale anche a livello nazionale.
Molti potrebbero pensare e autoconvincersi che questo sia solo un articolo per creare confusione, beh basta comprare un quotidiano nazionale come il corriere della sera per rendersene conto.
A Velletri ancora pensano di essere dei vincitori tra destra e sinistra, centro e liste civiche piangeranno in parecchi!

23 aprile 2011

NOTIZIE GIURIDICHE


Anas CONDANNATA A risarcisce 1 milione di euro
chi si crede imbattibile e invincibile si scopre all’improvviso battibile e in grado di perdere , e alla fine la realtà fa sempre tremare !!!!
Un’altra sentenza del Tribunale Civile in favore del cittadino che subisce un danno, più o meno grave, a causa delle condizioni dell’asfalto. L’Anas viene condannata a risarcire  ad un 






motociclista rimasto sulla sedia a rotelle.
L’Anas, gestore della rete stradale in questione, dovrà ora versare 1 milione e 409 mila euro, più tutti gli interessi intercorsi dal giorno del sinistro e le spese legali.
Una bella vittoria legale che speriamo serva da ulteriore monito per i gestori delle strade.
Nel luglio del 2003 il giovane viaggiava con la sua moto ed i suoi amici in direzione Venezia.
al Km 45, della ss 309 all’altezza di Codigoro, le ruote della Yamaha del giovane, perdono aderenza in un pericoloso tratto caratterizzato da avvallamenti, fino a quando Fabio non viene disarcionato dalla sua moto una buca di 6 cm. Gli amici, più avanti rispetto a lui, non si accorgono immediatamente dell’accaduto. Saranno poi loro a chiamare l’ambulanza e i carabinieri che giungeranno sul posto in un secondo momento.
“In quell’incidente Fabio ha riportato lesioni gravissime e oggi è paraplegico in maniera irreversibile. Abbiamo deciso di fare causa all’Anas per la mancata manutenzione della statale e chiedere il risarcimento del danno, enorme, subito dal ragazzo”. Queste le parole dell’avvocato Gisella Rossi, che allora dichiarò una “durissima battaglia contro l’Anas”, rea di non avere prestato la giusta attenzione e di avere così provocato indirettamente il danno.
Quella battaglia e stata vinta , quella battaglia segna per sempre un segno indelebile nella giurisprudenza di leggittimita’ e un monito a chi pensa di farla franca , pertanto amministrazioni tutte , responsabili politici , chiaccheroni voi tutti verrete puniti severamente !

NOTIZIE GIURIDICHE


Quando in centro storico  cadi con la moto per una buca è colpa del comune
Una sentenza della Cassazione apre nuovi fronti di attacco per garantire manutenzione stradale da parte dello Stato
Questo è un dato di fatto confermato persino da componenti del Governo che lo hanno ammesso quasi pubblicamente







Se un motociclista cade a causa della mancanza di manutenzione delle strade del centro storico (ma non solo), il Comune deve risarcire il danno. A questo punto, però, si apre un fronte di battaglia nuovo: intanto che tentiamo di convincere le amministrazioni a curare le strade prima, possiamo e dobbiamo farle pagare poi.
Un valido esempio di come una rivoluzione sia in arrivo in tal senso è rappresentato da novità come iRoadSafety: un applicazione gratuita per smartphone che consente a chiunque la installi sul suo telefonino di inviare segnalazioni sui pericoli della strada (buche, guardrail danneggiati, alterazioni del manto stradale, etc.). La posizione geografica del pericolo segnalato verrà tratta direttamente dal sensore GPS dello smartphone. I dati raccolti verranno girati poi alle amministrazioni.
La sentenza
Cass. Civ. Sez. III, sentenza 15/10/2010, n. 21328, ribadendo e precisando alcuni principi già enunciati in una sentenza di solo alcuni mesi prima (Cass. Civ. Sez. III, sentenza 22 aprile 2010, n. 9456)
I danni conseguenti agli incidenti determinati dalla negligenza dell’Amministrazione che ha la proprietà ovvero la disponibilità e il godimento del bene demaniale, in particolare di strada pubblica, allorché si verifichino nel custodire la res e/o nel fornire agli utenti adeguate segnalazioni devono essere risarciti dal Comune di competenza, in quanto sullo stesso gravano gli obblighi del custode.
In particolare nella circostanza la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un uomo che aveva chiesto di essere risarcito dal Comune per i danni subiti a causa di un incidente occorsogli cadendo dalla sua vespa, in una strada antica, sdrucciolevole e caratterizzata da numerosi avvallamenti, situata nel centro storico di un piccolo Comune siciliano.
I giudici hanno quindi accolto il ricorso sostenendo che le motivazioni muovono dalla constatazione che, in base all’art. 2051 del codice civile, incombe sul Comune sia l’obbligo di custodire e fare manutenzione sulla strada che quello di ridurre, in ogni modo possibile, il pericolo di incidenti, attraverso la segnaletica che evidenzi le condizioni della strada e/o mediante l’impiego di agenti di polizia municipale, come prescritto da diversi articoli del codice della strada.
Secondo quanto stabilisce l’art. 2051 c.c., del resto, spetta al Comune l’onere di provare che il danno è stato provocato dal caso fortuito ovvero, in tutto o in parte, dalla condotta colposa dell’utente.

NOTIZIE GIURIDICHE


Cassazione: l'ente gestore è tenuto a risarcire il danno causato dal ghiaccio


Sentenza 20 gennaio - 24 febbraio 2011, n. 4495

Svolgimento del processo

1.- Alle 8.50 del 22.12.1990, sull'autostrada XXX in direzione (OMISSIS) , l'autovettura di Liquiplast s.r.l. slittò sul fondo stradale ghiacciato (nonostante il bel tempo), urtò il guard-rail e riportò danni.

La proprietaria agì giudizialmente per il risarcimento nei confronti di Autostrade s.p.a., riferendo che alcuni minuti più tardi la stessa sorte era toccata ad un altro autoveicolo.

La convenuta resistette ed il tribunale di Lucca rigettò la domanda con sentenza n. 1397/03. Ritenne che l'art. 2051 c.c. non potesse trovare applicazione e che la responsabilità ex art. 2043 c.c. dovesse essere esclusa in quanto, in quel mese e in quell'area, la presenza di ghiaccio costituisce evento non assolutamente straordinario ma sicuramente infrequente.

2.- L'appello di Liquiplast è stato rigettato dalla corte d'appello di Firenze con sentenza n. 1861/05 sui rilievi che, in base ai principi enunciati dalla corte di Cassazione (Cass., nn. 12314/98 e 921/98), l'art. 2051 c.c. era inapplicabile per l'impossibilità di controllo della reste autostradale da parte della concessionaria, mentre della responsabilità di Autostrade ex art. 2043 c.c. difettavano i presupposti in quanto, nel primo giorno dell'inverno, "il gelo non è fenomeno che possa essere preventivato come sussistente quotidianamente" e perché della presenza di ghiaccio la società concessionaria era stata avvertita solo 20 minuti prima.

L'appellante è stata condannata anche alle spese.

3.- Ricorre per cassazione Liquiplast s.r.l. sulla base di due motivi, cui resiste con controricorso Autostrade per l'Italia s.p.a..

Entrambe le parti hanno depositato memoria illustrativa.

Motivi della decisione

1. - Il Collegio ha disposto che la motivazione sia redatta in forma semplificata.

2.- Col primo motivo la sentenza è censurata per violazione e falsa applicazione degli artt. 2051 e 2043 c.c. in riferimento al nuovo orientamento in tema di applicabilità dell'art. 2051 c.c. al gestore di autostrade; col secondo per vizio di motivazione per avere la corte d'appello ritenuto che la situazione di pericolo fosse straordinaria senza compiere alcuna indagine sulle condizioni meteorologiche del periodo e sulle caratteristiche del luogo dove il fatto era avvenuto, e senza considerare né la mancanza di segnalazioni di pericolo né che, nel lasso di tempo intercorso tra la segnalazione ricevuta dalla polizia circa la presenza di ghiaccio ed il momento dell'evento, non era stata adottata alcuna misura volta ad eliminare il pericolo o ad avvertire gli utenti.

3.- Il primo motivo è fondato, mentre il secondo resta assorbito.

In esito al nuovo orientamento inaugurato da Cass., n. 298/03, cui s'è allineata la giurisprudenza successiva, costituisce ormai principio consolidato quello secondo il quale per le autostrade, contemplate dall'art. 2 del vecchio e del nuovo codice della strada e per loro natura destinate alla percorrenza veloce in condizioni di sicurezza, l'apprezzamento relativo alla effettiva "possibilità" del controllo alla stregua degli indicati parametri non può che indurre a conclusioni in via generale affermative, e dunque a ravvisare la configurabilità di un rapporto di custodia per gli effetti di cui all'art. 2051 c.c. Nell'applicazione del principio occorre peraltro distinguere le situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura o alle pertinenze dell'autostrada, da quelle provocate dagli stessi utenti ovvero da una repentina e non specificamente prevedibile alterazione dello stato della cosa, che pongano a repentaglio l'incolumità degli utenti e l'integrità del loro patrimonio.

Mentre, invero, per le situazioni del primo tipo, l'uso generalizzato e l'estensione della res costituiscono dati in via generale irrilevanti in ordine al concreto atteggiarsi della responsabilità del custode, per quelle del secondo tipo dovrà configurarsi il fortuito tutte le volte che l'evento dannoso presenti i caratteri della imprevedibilità e della inevitabilità come accade quando esso si sia verificato prima che l'ente proprietario o gestore, nonostante l'attività di controllo e la diligenza impiegata al fine di garantire un intervento tempestivo, potesse rimuovere o adeguatamente segnalare la straordinaria situazione di pericolo determinatasi, per difetto del tempo strettamente necessario a provvedere.

Si è anche reiteratamente chiarito che il caso fortuito è fattore che attiene non già ad un comportamento del responsabile, bensì al profilo causale dell'evento (ex multis, Cass., n. 15383/06), sicché la prova liberatoria non è suscettibile di essere condotta sul piano della sussistenza o meno della colpa.

4.- Da tali principi la corte territoriale s'è discostata laddove ha escluso l'applicabilità dell'art. 2051 c.c..

La sentenza va dunque cassata con rinvio alla medesima corte d'appello, che deciderà sul gravame di Liquiplast nel rispetto degli enunciati principi di diritto e regolerà anche le spese del giudizio di cassazione.

P.Q.M.

la Corte di Cassazione

Accoglie il primo motivo di ricorso e dichiara assorbito il secondo, cassa in relazione e rinvia, anche per le spese, alla corte d'appello di Firenze in diversa composizione.

22 aprile 2011

GOOD MORNING VELLETRI


Il caso dell’acqua avvelenata e suo !
Commissario Polverini


Bhé che volete dopo che c’è ne sono così tanti in tivù ,che una nella vita reale ci mancava , il problema e che questa non è come Montalbano , Manara , Maigret , questa addirittura è la governatrice del Lazio .
Dove il Consiglio dei ministri ha nominato la governatrice Polverini commissario straordinario, chiamandola a risolvere l’emergenza ( ci riuscirà? Secondo noi acqua in 
bocca ,NO!).



E’ stata la stessa Unione Europea ad informare i comitati per l’Acqua pubblica di Velletri e a Aprilia , ( ha questo punto i comitati stanno pensando seriamente a un suicidio di massa )dell’operazione che il nuovo commissario dovrà dirimere a già pronta una squadra tipo CSI Las Vegas , solo che lei non è una strafiga , e per di più non ha a disposizione laboratori all’avanguardia , e non crediamo che gli basti un’occhiata per risolvere il caso in qualche ora ( anche perché siamo in Italia dove al massimo ci vogliono 20 anni per risolvere un caso .
Comunque battute a parte il commissaria non sarà sola , perché  l’invio di ispettori che l’ue invierà a lavorare insieme alla commissaria dovranno capire quali misure siano state prese per riportare il valore dell’arsenico disciolto entro i limiti permessi dalla recente deroga rilasciata proprio dalla Ue. Che ha alzato i livelli a 20 MM/Lt .
All’Unione Europea, i comitati sull’Acqua pubblica di Velletri e Aprilia hanno domandato in sostanza di chiarire quali misure siano state prese a tutela della potabilità dell’acqua e per quale motivo a 10 anni dal primo allarme sulla presenza dell’arsenico, l’Italia si sia ritrovata con parametri anormali nei 128 comuni.



L’emergenza nel frattempo resta tutta in piedi,  in sintesi: la presenza «fuorilegge» della sostanza cancerogena disciolta nelle acque potabili e i dubbi sugli interventi di rientro nei parametri tollerati.
Due sono le strade con cui la Ue raccoglierà i dati. Un primo percorso prevede la diretta richiesta alle autorità sanitarie italiane.
L’altra e che i livelli ( e qui non possiamo provarlo ) e che si preveda anche un’umento dei parametri solo per salvarsi la faccia , per poi perderla alle prossime elezioni !

21 aprile 2011

NOTIZIE GIURIDICHE By Slevin



Io spio, Tu spii , Voi spiate , e la Suprema Corte vi stanga , spiare vicini da terrazzo condominiale integra reato di molestie
Spiare i vicini integra il reato di molestie.
 È questa la sentenza n. 15450/2011 della quinta sezione penale della suprema Corte di Cassazione con cui un condomino è stato condannato a pagare una multa di 6000 euro per il reato di molestie in quanto dal terrazzo condominiale era suo uso spiare i vicini.





Secondo la sentenza di legittimità, i vicini erano costretti a chiudere serrande e finestre, anche di giorno, per evitare gli occhi indiscreti del molestatore . Il vicino però non si limitava a "guardare" ma offendeva le parti offese con gesti sia con le mani che con la bocca.  con cui il condomino era stato condannato a 6000 euro di multa, ovviamente l'imputato aveva proposto ricorso per cassazione, poiché voleva dimostrare, hai supremi giudici che il terrazzo condominiale in questione fosse, in realtà, una dimora privata. 
La Cassazione, rigettando la tesi difensiva ha confermato  la condanna ai danni del ricorrente  ha in proposito spiegato che "la sentenza impugnata, con motivazione incensurabile, specifica che la terrazza in questione si trova al piano ammezzato fra il primo piano, dove era ubicato l'appartamento delle odierne parti offese ed il secondo piano, dove era ubicato l'appartamento del ricorrente e che ad essa si accedeva attraverso un'apertura comune al vano scale condominiale, sicché la terrazza in questione ben poteva qualificarsi come luogo aperto alla generalità dei condomini".
Niente da fare, la condanna e stata inevitabile e pertanto hai 6000 euro si aggiungono le spese processuali!
E noi aggiungiamo che l’Art. 651 bis C.P. parla chiaro !

17 aprile 2011

LO SAPEVATE CHE

PREMESSA : DOVREBBE ESSERE INSERITA IN NOTIZIE GIURIDICHE MA CREDIAMO OPPORTUNO SCRIVERLO QUI'


Suprema Corte: comune non possiede impianto di depurazione ? Non può esigere pagamento tariffa

Con la sentenza n. 8318, la terza sezione civile della suprema  Corte ha stabilito che i comuni sforniti di impianto di depurazione non possono richiedere la tariffa per il servizio di depurazione. In particolare, la Suprema Corte ha accolto il ricorso proposto dalla Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori, che presentando un  ricorso per accertare l'illegittimità della richiesta del pagamento della tariffa di depurazione, il Comune essendo sfornito dell'impianto. ha stabilito sentenza che in  caso di specie - può agire contro l'inerzia dell'amministrazione nella realizzazione dei depuratori, non esistenti oppure non funzionanti  nel rapporto con gli utenti  utilizzando le vie  civilistiche in tutela degli utenti , ma esercitando il potere di denuncia vale a dire "uti civis". In pratica ribaltando quanto stabilito dalla Corte di Appello di Milano che aveva interpretato l'art. 14 della legge 36/94, spiegando che vi fosse l'obbligo di pagamento del corrispettivo per la depurazione delle acque anche in assenza di un qualsiasi servizio di depurazione, la suprema Corte, ha invece ribaltato quanto si conosceva e che "a fronte del pagamento della tariffa, l'utente non riceveva una prestazione giuridicamente spettante dall’amministrazione comunale consistente sia nella risorsa idrica assegnatagli  sia nella fornitura dei servizi di fognatura e depurazione", pertanto la tariffa del servizio idrico si legittima non come "atto autoritativo direttamente incidente sul patrimonio dell'utente, bensì nel contratto di utenza". Se il servizio non esiste, pertanto, e legittimo non pagare il relativo canone. La suprema corte, accogliendo il ricorso della Fondazione, ha poi concluso precisando che le sentenze di questo tipo possono essere fatte valere, per la prima volta, anche in sede di legittimità.
A Velletri funziona il servizio di depurazione?

LO SAPEVATE CHE Di giulio 78 , e bluboy



Requiem per un albero


CON QUESTO ARTICOLO NOI INNANZITUTTO VOGLIAMO PRECISARE, CHE CI RITENIAMO PERSONE LOGICHE E NON BUROCRATICHE, MA ANCHE PERSONE CHE SANNO PENSARE, DUNQUE ESISTIAMO!
VI RICORDATE LA CANZONE DI SERGIO ENDRIGO?
PER FARE UN’ALBERO CI VUOLE …………?
UNA VOLTA CI RICORDAVAMO IL RITORNELLO ORA NO!


ORA IL RITORNELLO SI INTERROMPE, perché LA CASSAZIONE A STABILITO E RIBALTATO QUELLO CHE PER 18 ANNI (ALMENO DA COME L’ABBIAMO LETTA NOI) E STATA RECEPITA, Nove anni fa, lungo la Statale Centrale Umbra vicino a Foligno, UNA RAGAZZA giovane M.C. uscì di strada con la sua auto e, centrando in pieno uno degli alberi secolari a lato della carreggiata, morì sul colpo.

L’OTTO febbraio, al termine di un lungo processo, la SUPREMA Corte ha condannato il capo cantoniere dell'Anas, B. B., a un anno e mezzo di reclusione per non aver fatto collocare, sul tratto di strada dove avvenne l'incidente, adeguati guardrail protettivi.
 Spesso, in campagna, incontriamo SULLE strade COME L’APPIA, STRADE CON ALBERI TIPO PINI, PLATANI ECC….ECC…….
 MA SE LEGGESSIMO E INTERPRETASSIMO ALLA LETTERA LA SENTENZA SAREBBERO addirittura illegali. Ma andiamo con ordine :
Se ci fossero stati i guardrail, A PROTEZIONE le conseguenze dell'incidente poteva essere evitate: con questa sentenza, destinata inevitabilmente a far discutere, la SUPREMA CORTE ha riavviato il dibattito sulla pericolosità degli alberi (e dei pali della luce, e dei cartelloni) posti al margine della carreggiata. Stabilendo la responsabilità oggettiva per quell'incidente PRATICAMENTE si ribalta, un principio FONDAMENTALE (FINO AD ORA) con cui, fin dalla sua emanazione (1993) a oggi, è stato interpretato il Codice della Strada. L'art. 26 del Regolamento d'attuazione del Codice prevede, infatti, che gli alberi debbano trovarsi ad almeno sei metri dal ciglio di una strada. Per diciotto anni si è quindi ritenuto che tale divieto valesse solo per I nuovi Alberi, e per le strade di nuova costruzione. MA I SUPREMI GIUDICI, invece, fisserebbe  oggi un'interpretazione NON SOLO RETROATTIVA , per la quale anche le vecchie strade dovranno, pertanto, "mettersi in regola".  INDOVINATE UN Po’ )Il che, tradotto in termini pratici, vista l'impossibilità di eliminare gli alberi laterali (spesso funzionali alla stabilità del territorio e, quasi sempre, rigorosamente tutelati da norme ambientali o urbanistiche), significherà installare adeguate protezioni laterali. Vale a dire, CHE I guardrail di cui tante altre volte ci siamo occupate, anche recentemente, in occasione del drammatico salto di corsia sull’A4, e dell'incidente in cui, è rimasto coinvolto il pilota DI F1 IL polacco Kubica, (ANCHE Qui STIAMO PER ANTICIPARVI UNA NOTIZIA NIENTE MALE).
Un’interpretazione di questa sentenza potrebbe, in teoria, obbligare lo Stato a emanare un provvedimento agli enti proprietari di strade (COMUNI, PROVINCIE, ANAS, AUTOSTRADE PER L’ITALIA) di mettere in sicurezza, e in tempi LOGICI: la casistica d’incidenti avvenuti CON L’urto con alberi, pali della luce, cartelloni e ogni altro manufatto posto pericolosamente vicino alla carreggiata sono, Dal punto che di sentenze simili ne sono state emanate fin troppe I parenti di vittime d’incidenti stradali, avvenuti a seguito di una simile dinamica, si prepara a fare causa ai gestori delle arterie teatro di tali incidenti.
ORA NOI VI DICIAMO UNA COSA IMPORTANTE, FACCIAMO IL PUNTO RAGIONEVOLE DEL FATTO: METTIAMO IL CASO CHE SI DEBBA INSTALLARE UNA BARRIERA PRE FAR SI CHE CI SI PROTEGGA DALL’URTO DI UN’ALBERO, E CHE PER OVVI MOTIVI NON SI POSSA INSTALLARE, perché L’ALBERO E VICINISSIMO AD UNA ENTRATA E PER TANTO SI LIMITEREBBE LA Visibilità DI USCITA DELL’UTENTE DI QUEL PASSO CARRABILE?
COME LA METTIAMO?
DUE SONO LE COSE, O SI ABBATTE L’ALBERO, OPPURE NON SI METTE LA BARRIERA, CHE FARE?
A VOI CITTADINI COMMENTATE, NOI CI RIMETTIAMO HAI VOSTRI PARERI!


16 aprile 2011

GOOD MORNING VELLETRI


          Who wants the truth?
                   Chi vuole la verità?

E ora  Gli investigatori della procura di Velletri  in collaborazione con quella della capitale ammettono e non possono farne più a meno “Due delle tre microspie trovate durante la bonifica nella sede della Regione sono state installate proprio dalla polizia giudiziaria”  ma perché?
Semplice ,per una indagine che va ha 360 gradi da roma passando per albano girando a destra per colleferro , per finire a velletri e in parole povere hanno messo il naso sul presunto affare rifiuti ed hanno puntato la loro attenzione su quattro dipendenti del palazzo di sulla Cristoforo Colombo.
 Si tratta di funzionari e dirigenti che, secondo quanto emerso dagli inquirenti dei Castelli Romani, sarebbero coinvolti nell'inchiesta sui rifiuti nel Lazio. e stanno  portando avanti le indagini sulla discarica di Albano. La terza «cimice»,


quella cioè trovata nella presa della corrente nella stanza del governatore Renata Polverini resta ancora un mistero. invece  Come la microcamera scoperta in un'altra stanza del palazzo della regione chi l’avrà messa ?. Chi ha installato queste due apparecchiature elettroniche senza autorizzazione della magistratura né di Roma né di Velletri?


gli investigatori romani,e deli castelli sono  chiamati a effettuare, tra l'altro, a  risalire alla provenienza e il raggio d'azione delle microspie. Per ora le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono diverse, tra queste ipotesi e che  nell'inchiesta sui rifiuti ,  qualcun altro possa aver messo le microspie per ascoltare la presidente Polverini e il suo staff per cercare di venire a conoscenza di: scelte politiche per  il problema dei rifiuti nel territorio in pratica una diatriba interna alla Regione. Nelle indagini degli investigatori  di Velletri, c’è  la discarica di Roncigliano, nel Comune di Albano Laziale, e della procura di Roma invece la  «cimice» scoperta negli uffici dell'assessorato alle Attività produttive, che si occupa proprio guarda caso dei rifiuti nel Lazio.

Qualche mese prima della scoperta di queste microspie,  l'attenzione degli investigatori si è incentrata  sul termovalorizzatore di Colleferro.Perché? il ritrovamento di alcuni rifiuti «radioattivi», ma si dice che siano rifiuti ospedalieri,e allora non hanno un altro metodo di smaltimento ?
Comunque si sappia qui ora , ci saranno sviluppi interessanti e non si esclude anche qualche colpo di scena , che porterebbe ………………………………………………………………..

GOOD MORNING VELLETRI


Another 15 days, then darkness

La tosinvest ovvero Il Gruppo degli Angelucci che controlla diciassette case di cura nel Lazio hanno preso una decisione importante di prorogare al 30 aprile l'interruzione del rapporto di lavoro con i collaboratori, mentre restano attive le procedure di mobilità che riguardano gli oltre 1.400 divisi.
L’ultima possibilità per i signori della politica nostrana e lo sblocco dei fondi e trovare un’intesa sulla riorganizzazione, la situazione è in fase di stallo pertanto si sta precipitando e non si può tirare la cloche. 
La Regione ha proposto uno sblocco di undici milioni, la tosinvest ritiene siano almeno trenta dei 150 dovuti quelli immediatamente esigibili. Le parti torneranno a incontrarsi già da lunedì  18. Il Comitato per la difesa del San Raffaele ha manifestato sotto la sede della Regione, dove rimarrà in presidio fisso. Una delegazione è stata ricevuta dal capo di gabinetto Zoroddu ricevendo rassicurazioni (ci crediamo poco le promesse dei politici nascondono sempre un trabocchetto) sullo sblocco dei fondi. Il segretario generale Uil Torluccio chiede il mantenimento dei livelli occupazionali e la difesa dei diritti dei pazienti.
E noi ci chiediamo, con quali soldi?
Crede il  signor sindacalista che i lavoratori campino d’aria?
Forse il sindacalista non sa una cosuccia oppure non vuole ricordare  , sarà il caso di fargli tornare la memoria , in fondo siamo qui per questo vero cittadini ?!
Ricordiamo che gli Angelucci e la loro Tosinvest sono stati soci del quotidiano del pd L'Unità, poi sempre del sig. baffettino d’Alema Il Riformista e pure di Libero del duo feltri bel Pietro (vedete cittadini, vedete da destra a sinistra e tutto un magna magna e c’è una connessione ), che il figlio del Sen. della PdL Angelucci ha un’ ordine di arresto e che la Tosinvest è sotto indagini . Inoltre, gli appalti della regione Lazio per la riabilitazione e sanità in genere, sono molto elevati e importanti da anni con la Tosinvest.
Guardate pochi giorni fa un emissario del fli del sig., Gianfranco fine e venuto a Velletri per dimostrare la vicinanza del partito ha problemi della sanità a velletri , e si è dimenticato di dire una cosuccia importante fini +fini – tosinvest, non ci credete?
Con il  Riformista gli Angelucci danno voce e idee di centrosinistra, con Libero la  danno al centrodestra.
 Nel PdL, a livello nazionale, è con l’ex vicepremier Gianfranco Fini che gli Angelucci avrebbero i rapporti più cordiali poichè Anche grazie alla presenza nel gruppo sanitario di Massimo Fini, fratello del
 presidente della camera , primario in molte cliniche degli Angelucci nonché direttore del dipartimento di Scienze clinico-internistiche di Tosinvest Sanità.
Allora flick e flock tutto in famiglia ?
come vedete cittadini e sappiamo altro , che per ora c’è le teniamo per noi .
Votate , votate , questi si aiutano solo per i cavoli loro , e per noi come vi dicevamo, ci sono solo altri 15 giorni poi il buio !