16 agosto 2011

Signoraggio.it: ROMPERE IL MONOPOLIO MONETARIO-CREDITIZIO

Signoraggio.it: ROMPERE IL MONOPOLIO MONETARIO-CREDITIZIO: "ROMPERE IL MONOPOLIO MONETARIO-CREDITIZIO L’ALTERNATIVA AI SACRIFICI INUTILI ESISTE Il decreto legge risanatore del 12 Agosto è un palliativ..."

27 giugno 2011

GOOD MORNING VELLETRI


Molte voci poca chiarezza
la dinasty delle cliniche tra politica e giornali
1 parte
L’arcangelo Gabriele posato due anni fa sul cupolone del San Raffaele dovrà guarire un malato del tutto particolare: ìl bilancio dell’ospedale.
Sono scritte lì le cifre delle manie di grandezza di don Luigi Verzè e del San Raffaele.
Angelucci,  don verzè  Fini e D'Alema: le famiglie azienda
Antonio Angelucci
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



On. Antonio Angelucci Luogo nascita Sante Marie dell'Aquila
Data nascita 16 settembre 1944 Titolo di studio licenza media
Professione imprenditore; politico Partito Il Popolo della Libertà Legislatura XVI Legislatura Gruppo Il Popolo della Libertà Circoscrizione Lombardia 2.
Antonio Angelucci (Sante Marie dell'Aquila, 16 settembre 1944) è un imprenditore e politico italiano.

È l'effettivo azionista di controllo di Tosinvest, holding che prende il nome dalle prime due lettere (TO - SI) dei nomi del fondatore Antonio, più noto come Tonino, e della sua prima moglie Silvana Paolini.

Tosinvest controlla la società Tosinvest Sanità, che gestisce case di cura riabilitative in tutta Italia e i quotidiani Il Riformista e Libero. Presentatosi alle elezioni politiche 2008 nella Circoscrizione Lombardia 2, nelle liste del Popolo della Libertà, è stato eletto deputato.

Ha quattro figli, uno dei quali, Giampaolo, è il più attivo nella gestione aziendale, anche se dal 2006 è stato indagato per una vicenda di corruzione riguardante l'ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto; a fine 2007 è stato chiesto il rinvio a giudizio.

Tosinvest nel 2007 è stata anche al centro di uno scandalo su presunte tangenti versate ad un agente segreto.

Nell'estate 2008, la famiglia Angelucci è stata coinvolta dai media nella Sanitopoli d'Abruzzo, vicenda di mescolanza tra affari e politica che ha portato all'arresto e alle conseguenti dimissioni del governatore regionale Ottaviano Del Turco, accusato di intascare tangenti da alcuni imprenditori della sanità attivi in Abruzzo.

La carriera di imprenditore

Nato in un piccolo paese abruzzese, si trasferì a Roma dopo l'adolescenza e lavorò dapprima come commesso di una farmacia, in seguito come portantino presso l'ospedale romano San Camillo, dove Angelucci si dimostrò molto attivo come sindacalista. Apprese le necessarie informazioni sul mondo sanitario, il giovane Antonio, per gli amici Tonino, utilizzò le amicizie contratte sul lavoro per entrare in società con altri imprenditori e politici in una vecchia casa di cura per lungodegenti di Velletri, della quale in breve - nel 1984 - riuscì a conquistarne con prontezza e spregiudicatezza la maggioranza del capitale.

Una volta divenuto a pieno titolo imprenditore, Angelucci non si fermò più e, con metodi non sempre apprezzati dai concorrenti, riuscì ad acquisire i pacchetti di maggioranza di altre strutture di lungodegenza, che - con felice intuizione e con buone entrature negli ambienti della Regione Lazio - trasformò nelle ben più redditizie cliniche per riabilitazione.

Negli anni '90, poi, coltivando un ottimo rapporto con il banchiere Cesare Geronzi e con la Banca di Roma, divenuta in seguito Capitalia, riuscì ad ottenere ingenti prestiti per poter acquistare importanti partecipazioni (ad esempio, la maggioranza del capitale del quotidiano l'Unità) e rilevanti immobili (ad esempio, il palazzo di via delle Botteghe Oscure di Roma, detto il Bottegone, che fu per circa quaranta anni la sede della direzione del Partito Comunista Italiano, un palazzo simbolo della Roma che contava).

Nel biennio 2000 - 2001 suscitò notevole scandalo la vicenda dell'Ospedale romano, sulla via Laurentina, appartenente all'Istituto San Raffaele di Milano, che - dopo un lungo contenzioso - fu venduto dall'istituto diretto da Don Verzè alla famiglia Angelucci per un importo di molto inferiore a quanto pochi mesi dopo fu pagato dalla Regione Lazio per ricomprarlo dagli Angelucci. Su questa vicenda vi furono inchieste giudiziarie e interrogazioni parlamentari, per ora ancora ferme alla Procura della Repubblica di Roma. Sulla vicenda Don Verzè scrisse un libro.

Dalla fine del 2008, la famiglia Angelucci, attraverso la società veicolo lussemburghese TH S.A., fa parte, con il 7.1%, del capitale azionario di Alitalia - Compagnia Aerea Italiana.
Ed ecco angelucci junior (ai domiciliari per truffa all'ASL):


Ecco il suo profilo del 2006
Angelucci, chi era costui
Giampaolo Angelucci, 34 anni, romano, figlio di un re della sanità privata, è editore di Libero e socio de Il Riformista (il che la dice lunga sul fogliaccio arancione fondato dall'impomatato Polito) è finito agli arresti domiciliari nella vicenda Fitto. Roberto Rossi racconta la sua storia su l'Unità di oggi.

da l'Unità del 21 giugno 2006

Angelucci, la dinasty delle cliniche tra politica e giornali
di Roberto Rossi

Lo chiamano il re delle cliniche private, anche se la sua Tosinvest Sanità, per giro d’affari, è la numero due in Italia dietro al gruppo Rotelli. Ha anche il vizio dell’editoria che coltiva di pari passo a quello delle amicizie politiche. Con un carattere distintivo in entrambi i casi: la trasversalità. E Giampaolo Angelucci, 34 anni, romano, diplomato in scienze umanistiche alla Augustinian Academy di New York, da ieri agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta pugliese che ha coinvolto anche l’ex governatore Raffaele Fitto, della trasversalità ne ha fatto una bandiera.
Il suo impero, diviso con altri due fratelli, nasce circa venti anni fa quando il padre Tonino fonda la società Tosinvest che lancia nel business della sanità privata. In due decenni la Tosinvest diviene un gruppo con una capacità ricettiva di quasi 4mila posti letto, oltre mille medici specialistici, circa tremila dipendenti, una trentina di strutture sanitarie dislocate in tutta Italia (con una particolare propensione per Lazio, Abruzzo e Puglia) e con un fatturato che s’aggira attorno al miliardo di euro. La più famosa di queste cliniche è il San Raffaele di Roma. Fu acquistato da Angelucci nel 1999 dalla Fondazione Monte Tabor di Don Verzè. L’imprenditore riuscì a soffiarla al ministero della Sanità guidato da Rosy Bindi spendendo circa 270 miliardi delle vecchie lire. Qualche tempo dopo fu rivenduto allo Stato per circa 320 miliardi. Una plusvalenza secca di 50 miliardi di lire e qualche polemica politica poi rientrata.
( chiassa come mai eh?!)
In effetti la politica non è mai stata un problema per Angelucci, uno che pure vive d’appalti. Nel Lazio, per esempio, sono cambiate tre giunte nel giro di dieci anni senza che il gruppo ne risentisse. In Puglia lo stesso. Con il precedente governatore, Raffaele Fitto, è stata vinta una gara per una partner ship con la regione nel campo della riabilitazione che la giunta di sinistra presieduta da Niki Vendola ha poi perfezionato.( qui ci tornneremo con la sig. marcegaglia )
Forse perché Angelucci, anche grande amico della giornalista Rai Anna La Rosa, nel mare magnum della politica non ha mai navigato a vista. Le sue amicizie, vere o presunte, spaziano da Massimo D’Alema a Gianfranco Fini (il fratello Massimo era consigliere nella Tosinvest), da Forza Italia ai Ds. Nel 2003, per esempio, Angelucci per 42,6 milioni di euro acquistò a saldo e stralcio il 50,1% di Beta immobiliare. Beta immobiliare era la società creata proprio dai Ds per convogliare i debiti accumulati dal Partito Democratico di Sinistra (al 30 settembre 2003) con le banche (Carisbo, Banca Intesa, Capitalia, Mps) e garantiti dall’ipoteca su 261 immobili. L’acquisto di Angelucci del debito di Beta immobiliare (scontato del 50%) permise ai Ds di estinguere il loro con gli istituti di credito.
E la stessa trasversalità Angelucci, che poco tempo fa si è lanciato anche nella finanza acquisendo il 2% di Capitalia, l’ha avuta anche con l’editoria, «la mia grande passione», come ebbe a rivelare qualche tempo fa al periodico Prima Comunicazione. Una passione nata proprio con il quotidiano L’Unità. Nel 1999, prima dell’acquisto del San Raffaele, grazie all’interessamento di Alfio Marchini, Angelucci comprò una fetta della società L’Unità editrice multimediale spa poi finita in liquidazione. Una schema ripetuto, con il centrodestra al governo e con maggiore fortuna, quando Angelucci acquistò la proprietà della testata di Libero quotidiano fondato da Vittorio Feltri.
Oggi, dopo aver tentato di acquisire il Corriere dell’Umbria, sta valutando la possibilità di salire nella compagine azionaria de Il Riformista di cui ha una quota nella società di minoranza Nova Editior che con Reti spa controlla il giornale guidato da Paolo Franchi.

24 giugno 2011

Good Morning Velletri


            ULTIMATUM

Il 28 giugno SEGNATE QUESTA DATA Perché PRESTO Riguarderà E SPERIAMO DI NO ANCHE VELLETRI e CONSOLIAMOCI riguarda anche Roma, E NON SOLO.
Per il Lazio si stanno profilando ORE decisive oltre le quali c’è il «rischio Napoli», con la spazzatura lasciata a marcire per strada come sta accadendo in questi giorni a Pomezia.
E NOI CI SIAMO STATI FA SCHIFO VERAMENTE Dal 28 giugno le discariche della Regione non accoglierà la spazzatura dei comuni morosi.
La decisione comunicata mercoledì 22 da Feder Lazio riguarda anche la Capitale, ma il sindaco DELLA CAPITALE per ora tranquillizza: «Presto FAREMO FRONTE AL NOSTRO DEBITO».
SE LO DICE LUI!







 Il 29 giugno, giorno successivo alla protesta degli imprenditori – annunciata per fine maggio ma poi sospesa per le elezioni - scadono inoltre la proroga per Malagrotta, la discarica più grande d’Europa che raccoglie i rifiuti di Roma, Fiumicino e Ciampino. Tra le proteste di chi non vuole la discarica dietro casa - mercoledì 22 ha manifestato davanti alla Pisana un centinaio di cittadini di Ponte Galleria - e le azioni clamorose - come la rissa in consiglio comunale a Pomezia, ATTENZIONE SPERIAMO NON ACCADA ANCHE Qui, MA QUALCHE DUBBIO INCOMINCIAMO AD AVERLO ANCHE NOI.
Intanto gli imprenditori di Feder Lazio capeggiati da Manlio Cerroni, DETTO L’OTTAVO RE DI Roma titolare di Malagrotta, affermano che «dal 28 giugno non saranno accolti in discarica i rifiuti solidi urbani provenienti dai comuni morosi del Lazio», (attenzione leggete bene perché qui si legge e si capisce a modus proprio, in pratica parlano anche quelli di Colleferro) La cifra reclamata – morosi sarebbero una quarantina di comuni, Roma in primis per una settantina di milioni di euro – si aggira in totale sui 220 milioni di euro.
Poi c’è i Zingaretti che per non scatenare le ire dei suoi elettori dice “MAI ALLA MAXI DISCARICA , CHIAROOOOO!” , VEDRETE CHE SE QUANDO APRIRà LE FINESTRE ,E L’OLEZZO LO COLPIRà  Scenderà PURE LUI A SCAVARE CON LA PALA .
A PROPOSITO Velletri come sta?

26 maggio 2011

LO SAPEVATE CHE


Gran Premio Italia

Le auto blu consumano come i bolidi di Formula 1. Le vetture a disposizione delle amministrazioni percorrono tra i 3 e i 4 km con un litro. Il problema già risolto da Cnel e Corte dei conti.


Sono tante, quasi sicuramente troppe. Di certo basta nominarle per far andare su tutte le furie il cittadino italiano. Sono le auto blu, uno status symbol per chi si trova ad amministrare la cosa pubblica, un inutile privilegio per chi osserva dall'esterno. Negli ultimi anni sono state oggetto di una vera e propria «caccia». Anche perché notizie più o meno verificate parlavano di un parco auto di oltre 600.000 unità. Con costi esorbitanti. Così il ministero per la Pubblica amministrazione e l'innovazione guidato da Renato Brunetta ha deciso di dedicare al tema «auto blu» un intero allegato dell'ultima Relazione sullo stato della pubblica amministrazione depositata in Parlamento lo scorso ottobre. Secondo il monitoraggio, iniziato nel maggio 2010, le auto a disposizione delle amministrazioni centrali e locali sarebbero circa 86mila. Dati che, spiega la relazione, escludono però «le autovetture con targhe speciali, quelle adibite a servizi specifici e a scopi di sicurezza» che non sono state rilevate. Nello specifico ministeri, agenzie, università ed enti pubblici possono contare su circa 3.000 auto "blu-blu", 5.500 "blu" e un numero molto limitato di "grigie" (1.500). Diversa la situazione nelle amministrazioni regionali e locali: circa 70mila "grigie", 2.000 "blu-blu" e 4.000 "blu". Per meglio orientarsi vale la pena di spiegare la «differenza cromatica» tra le vetture: le "blu-blu" sono quelle riservate ad «autorità, alte cariche dello Stato, vertici politici di Regioni e amministrazioni locali»; le "blu" sono quelle con autista in uso esclusivo e non esclusivo «all'alta dirigenza delle amministrazioni centrali, degli enti pubblici, delle Regioni e degli enti locali e degli uffici di diretta collaborazione delle cariche politiche»; le "grigie", infine, vengono «utilizzate dalle amministrazioni per lo svolgimento del lavoro d'ufficio e l'erogazione dei servizi».
Ebbene pochi sanno che queste macchine, la marca è indifferente, consumano praticamente quanto i bolidi che sfrecciano in Formula 1. Per verificarlo basta armarsi di una calcolatrice e di buona volontà. La Relazione, infatti, tra le varie tabelle indica anche la media di chilometri percorsi nel 2009 e i costi di gestione di ciascuna autovettura. Prendiamo per comodità i dati relativi alle sole amministrazioni locali che, come spiega la relazione, obbligano amministratori e dirigenti ad una «maggiore mobilità» rispetto a quelle centrali. Nel 2009 un'auto "blu-blu" ha percorso circa 22.000 chilometri, una "blu" 14mila, una grigia 8.500. I dati relativi ai consumi parlano di 11.500 euro per le "blu-blu", 5.800 per le "blu", 2.900 per le "grigie". Questo significa che le prime hanno bisogno di 52 euro di carburante ogni 100 chilometri percorsi, che scendono a 41 per le seconde e a 34 per la terza categoria. Che tenendo conto dei prezzi di benzina e gasolio in quell'anno producono cifre piuttoso impressionanti: intorno ai 3 km al litro per le auto "blu-blu" a benzina, circa 4 per quelle a gasolio. Le auto di Formula 1 si aggirano sui 2-2,5 km al litro. Sarebbe interessante capire come è possibile che macchine che vengono usate prevalentemente su percorsi urbani (quindi con velocità contenute) consumino quanto bolidi che superano i 350 chilometri orari.
Ma il problema esiste e, paradossalmente, esiste già una soluzione. L'idea è della Corte dei Conti ma il Cnel l'ha sviluppata e messa a regime (il nuovo Segretario Generale Franco Massi viene proprio da via Baiamonti ndr). Si tratta del classico "uovo di Colombo": contratti di noleggio a lungo termine con formula che comprende, oltre a servizi tipici come assicurazione e manutenzione, anche una quota prefissata di carburante che viene stabilita prendendo come parametro di riferimento il consumo in ciclo urbano dichiarato sul libretto di circolazione. Una soluzione che consente notevoli risparmi - i costi oggi si aggirano intorno ai 2 miliardi di euro - senza modificare i livelli del servizio. Certo, almeno che i diretti interessati non preferiscano continuare a correre in Formula 1.




Nicola Imberti

20 maggio 2011

NOTIZIE GIURIDICHE


Multe non valide per la Cassazione se manca la presenza costante dell'organo di polizia
Cassazione Civile 2^ Sezione n°7785 del 5 apr '11 consente di fare il punto sullo stato dell'arte in tema di multe affibbiate senza la supervisione dei vigili urbani. Fattariello: siamo a Lagundo, in lingua tedesca Algund, paese nei pressi di Merano noto agli amanti della birra, in quanto presso una sua frazione, Foresta (ted. Forst) si trova lo stabilimento della birra Forst e l'automobilista di turno aveva avuto ragione dal Tribunale di Bolzano - Sezione Distaccata di Merano: il ricorrente lamentava, a tacer d'altro, che il verbale di accertamento fosse VIZIATO perché l'Amministrazione si era avvalsa di ditta privata per la gestione degli apparecchi di rilevamento; con acume l'estensore del ricorso aveva sottolineato che l'attività era stata sì svolta sotto la supervisione della Polizia Municipale, ma non si era specificato in che cosa consistesse tale supremazia e come fosse organizzato il collegamento fra attività di rilevamento delle infrazioni e soggetto preposto al servizio di Polizia locale: è questa la leva che sposta i termini della questione. Insorge il Comune di Lagundo-Algund sviluppando un duplice ordine di motivi. a) La Corte di Cassazione dà ragione al Comune in relazione al primo motivo ricordando che l'Amministrazione non deve dare prova della TARATURA delle apparecchiature elettroniche regolarmente omologate che usa per rilevare le violazioni e ribadisce che, in materia, l'efficacia probatoria dello strumento rilevatore del superamento dei limiti opera sino a quando sia accertato, in concreto, sulla base di circostanze allegate dall'opponente e debitamente provate, il difetto di costruzione, installazione o funzionamento del dispositivo elettronico. b) Sul secondo motivo, invece, gli Ermellini di Piazza Cavour - Presidente Dott. Giovanni SETTIMJ e Relatore Dott. Pasquale D'ASCOLA- osservano che rimane indimostrato quell'elemento di certezza e legalità che solo la presenza del PUBBLICO UFFICIALE può garantire al cittadino. Sicché nell'adire la Suprema Corte il Comune del meranese doveva confutare tale convincimento del Tribunale territoriale, dimostrando che l'assistenza tecnica di un privato operatore si fosse limitata all'installazione ed all'impostazione dell'apparecchiatura elettronica secondo le indicazioni del personale di Polizia locale. La Cassazione esige, quindi, che l'assistenza tecnica rimanga circoscritta ad un ruolo subordinato a quello dei vigili urbani. Il Comune non aveva colto il punto più raffinato ed importante della questione: il rimprovero maggiore mossogli consisteva sul rilevamento non attribuibile alla forza pubblica dal momento che era rimasto indimostrato ed indeterminato il necessario RUOLO di PREMINENZA dei Vigili. Per contro il ricorso per cassazione si era concentrato su un profilo attinente la violazione di legge (Articoli 11 e 12 del Codice della Strada) che non era controverso. La Cassazione censura, quindi, l'iniziativa del Comune che avrebbe dovuto denunciare un vizio di motivazione nella sentenza del Tribunale di Bolzano - Sez. Dist. di Merano in relazione all'omessa o erronea valutazione di qualche risultanza processuale, da cui emergesse invece che l'attività della Polizia locale era stata solo SUPPORTATA, ma non sostituita dall'operatore privato. Infine, la bacchettata della Cassazione si estendeva alla violazione del principio di AUTOSUFFICIENZA del ricorso: il verbale di accertamento era stato genericamente menzionato ma non trascritto all'interno del ricorso per cassazione: la Corte non ha infatti accesso agli atti di causa in relazione ai vizi in judicando (Art. 360 c.p.c. n°3) e alle censure sulla motivazione. Talché la Cassazione ha concluso per il rigetto del ricorso dal momento che una delle ragioni giustificative della sentenza del Tribunale meranese restava valida. Va aggiunto che la vicenda risaliva ad epoca (20 gen '05) antecedente la Legge n°120/2010 che ha chiarito che gli strumenti di rilevamento possono essere utilizzati dai pubblici ufficiali, mentre eventuali figure tecniche agiscono solo di supporto per gli organi preposti all'accertamento, che hanno la signoria sull'iter. Indubbiamente una bella e chiara pronuncia della Cassazione.

12 maggio 2011

GOOD MORNING VELLETRI


              LA SCOOBY GANG !




Scusate , ma l'Italia e' stata devastata tramite la complicita' stato-imprenditori collusi -banche ( portatrici di soldi mafiosi e fiscali e anche virtuali..)..nessuno se ne e' accorto ?
Questo partito indemoniato e indemocratico anche con se stesso proprio non vuole essere un partito , tutti contro tutti e tutto sono la spiegazione logica , che sono una noia mortale ( per non parlare degli altri che si credono come san giorgio , che combattono il drago ) per portare la verità a galla , quando sono colpevoli anche loro eccome se lo sono !
Ora questi personaggi che quando c’è da contestare il cavaliere nero in parlamento , che a dicembre dello scorso anno si e salvato per tre voti hanno fatto slogan incredibili , dale loro sporche bocche e uscito di tutto , quando l’haighlender del cemento Sir Servadio che per un voto “il suo “autorizza alla costruzione di un VERO E PROPRIO ECO MOSTRO !!!!!
Ma la verità non vè la dicono , e perciò ci pensiamo noi , che non è poco , anzi ……
principali caratteristiche del Project Financing:
il progetto viene valutato dai finanziatori per la sua capacità  di generare flussi di cassa;
i flussi di cassa, connessi alla gestione del progetto, costituiscono la fonte primaria per il rimborso del debito;
al fine di isolare i suddetti flussi di cassa dalle altre attività  degli azionisti¨ costituita un'apposita Società  di Progetto che ha il compito di sviluppare l'iniziativa e di beneficiare delle risorse finanziarie necessarie alla sua realizzazione;
la fase di gestione dell'opera costituisce elemento di primaria importanza, in quanto soltanto una gestione efficace e qualitativamente elevata consente di generare i flussi di cassa necessari a soddisfare banche ed azionisti;
le principali garanzie connesse all'operazione sono di natura contrattuale;
la struttura dell'operazione definita a seguito di un processo di negoziazione tra i diversi soggetti coinvolti (azionisti, banche) in merito alla ripartizione dei rischi dell'iniziativa tra i diversi partecipanti.
Attenzione qui arriva il bello , fate attenzione :
Coinvolgere il privato ed il mercato finanziario (le banche) in un progetto e fare in modo di far fruttare  per la comunità  beni che altrimenti resterebbero inutilizzati per la carenza di fondi pubblici. Favorire la partecipazione di più soggetti consente un'allocazione dei rischi verso i partner bilanciando in modo ottimale i rischi trasferiti all'operatore privato e il costo del trasferimento a carico dell'amministrazione pubblica.
Chiaro no ?!
E adesso la ciliegina che speriamo vada di traverso alla SCOOBY GANG ( cioè SERVADIO ANDOLFI , LEONI E COMPAGNIA BRUTTA ).



(Attenzione questa e solo una foto dimostrativa temporanea ne stiamo preparando una meglio)
Tanto brutta che non si accorge neanche di quello che gli gira intorno .

VENEZIA - Fermi tutti. La Regione blocca i project financing della sanità. Finiranno in freezer, almeno fino a quando non si sarà capito quanto costano e per quanto tempo si dovrà metter mano al portafogli per pagare i privati che hanno costruito, o sono in procinto di farlo, in nome e per conto……. Queste parole vengono sparate a tutto campo e sono il cavallo di battaglia di Claudio Rizzato PD DP PPD DDDP , insomma un altro che la pensa contrariamente al partito e agli spartiti http://www.claudiorizzato.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=965:stop-agli-ospedali-costruiti-dai-privati-la-regione-congela-i-project-financing-&catid=1:ultime-notizie-&Itemid=31
Insomma il contrario di tutto e il contrario del contrario di quello prima che poi viene dalla sede del partito , anche questo e chiaro no?!
Poi fermi tutti ! Qui c’è il veleno della ciliegina “ e si il meglio viene alla fine no ?”
Pure la lega , lega il project financing e con una bella corda lunga e resistente , e invece qui a Velletri ,come al solito non solo arrivano cose vecchie di decenni ma anche pericolose per le casse  già secche di liquidità e anche di ragnatele , perché sono sparite pure quelle , chiaro no?!

08 maggio 2011

GOOD MORNING VELLETRI


  Highlander del cemento
    Duncan Servadio del clan del cemento

La betoniera rimpingua le casse comunali e dà lavoro a costruttori e architetti di tutti i colori. Siamo curiosi  di sapere come si riuscirà a sciogliere questo nodo gordiano fatto di cosa ?
Che c’è dietro ?
Perché tanto interesse , da far ribellare qualcuno nella smaggioranza ( non è un’errore di battitura ) a votare contro ( sempre che non si voglia apparire in un modo , e poi si è tutt’altro!





Come in un noto film  Highlander alla fine ne è rimasto uno solo Duncan Servadio del clan del cemento
Dato che il partito non riuscirà  a invertire la marcia sulla strada del bitume e del calcestruzzo, l’ultima speranza sono i cittadini. Spetta a loro l’ultima parola. Solo loro, estranei agli interessi e ai fili visibilissimi che corrono dal cantiere alla sezione di partito, possono pensare al bene comune, cioè a una città più vivibile che non richieda un’ora per traversarla da est a ovest, che non richieda l’auto ogni volta che si va a fare la spesa, che non seppellisca terreno fertile sotto tonnellate di cemento o  palazzo  il più delle volte destinati a restare vuoti. Ne va non solo della qualità della nostra vita, ma anche quella dei nostri figli e nipoti.
Oggi più che mai c’è bisogno che i cittadini contrari a questo modo di concepire la città e decisi a difendere quel poco di verde che è rimasto facciano sentire la loro voce.
Ma noi di spqv abbiamo visto e sentito con i nostri occhi e orecchie che basta una cena di partito , per cancellare tutto il malumore , fate in modo che ci sbagliamo !


Proponiamo  perciò la creazione di un comitato di persone che, senza bandiere di partito, si impegnino a lavorare attorno a questo progetto e assumano un atteggiamento critico nei confronti  dell’amministrazione del clan Duncan Servadio .
Fate attenzione cittadini , leggete bene quello che pubblichiamo poiché capiate che cosa siete voi con il vostro voto :


Noi vi consigliamo per iniziare con un libro se vi và Il partito del cemento Autori Sansa Ferruccio e Preve Marco Disponibile anche in ebook
leggete cittadini leggete e capirete cosa è il partito indemoniato e indemocratico
http://beta.partitodemocratico.it/doc/204356/ambiente-della-seta-ogni-anno-cemento-divora-500-kmq-ditalia.htm noi ci chiediamo se il clan di Duncan servadio abbia letto questo rapporto ? Oppure il senatore della seta ( PD) e di un altro DP , ahaahhahahaha  ( battutina )
 “Ogni anno in Italia il cemento divora 500 kmq di territorio, tre volte la città di Milano. Stiamo distruggendo la nostra principale ricchezza, con scelte che premiano soltanto pochi grandi speculatori e lasciano senza risposte centinaia di migliaia di italiani” grida preoccupato
È quanto ha dichiarato il senatore del PD Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente, intervenendo alla presentazione del rapporto di Legambiente ‘Ambiente Italia 2011’.
Per non parlare di Bersanik che nel suo slogan c’è la frase “oltre il disprezzo c’è la costituzione “ nemmeno questa Duncan Servadio ha letto ? Ma allora non sa leggere !
E che dire di puppato ?
Adesso  non sa chi è puppato ?
Laura Puppato  classe 1957 nata a Crocetta del Montello e tuttora risiede a Cornuda, in provincia di Treviso .
Ed è la spina nel fianco  dei cementificatori del pd
Allora clan Duncan Servadio?!

Che vogliamo fare ?
Pochi concetti da sostenere ma tutti irrinunciabili: nessuna cementificazione del perimetro urbano, riqualificazione del centro storico, difesa del suolo, rifiuto del nucleare ,scelta dì fonti di energia rinnovabili, manutenzione e sicurezza di tutti i corsi d’acqua, rifiuto della privatizzazione dell’acqua, diminuzione dei rifiuti e aumento della raccolta differenziata fino anche questa a farla sparire , sempre se si degna di leggere il nostro blog , magari impara qualcosa , sa leggere si ?
Scusi questo con il cemento non centra , ma così tanto per ricordare  e ricordarci , ma questo?
Basta con le ruspe, salviamo Velletri  dal cemento !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

06 maggio 2011

NOTIZIE GIURIDICHE


 Il pedone passa con il rosso ? Per la suprema corte va tutelato anche se passa con il rosso
 Chi sapeva che se passi sulle strisce con il rosso è l’auto ti investe  hai torto marcio e devi anche pagare i danni .






Bè adesso non è più così , perché ? La sentenza n.9683 depositata il 3 maggio 2011, la Terza Sezione civile della Suprema Corte di Cassazione, ha stabilito che è responsabile l’automobilista che, dopo lo scatto del verde, al semaforo e investe il pedone anche se questo sta attraversando con il rosso a torto e deve risarcire il pedone .
Il caso fa riferimento alla vicenda processuale di una signora urtata da un’auto ad un incrocio a Roma. La luce verde del semaforo era appena scattata e la donna stava per giungere allo spartitraffico quando venne travolta da un'automobilista che dichiarò di essere partita , ma solo dopo aver visto il semaforo verde. Il sinistro venne discusso con le rispettive assicurazioni ( e inutile dire che la suprema corte li a zittiti )e in un primo momento al pedone vennero addebitate le spese processuali.di 1° grado  La signora ricorre in tribunale ma i giudici confermano la sentenza di primo grado. La diatriba non accenna ad esaurirsi e si arriva fino alla Cassazione dove, i giudici della Terza Sezione civile accolgono il ricorso del pedone stabilendo che il conducente è comunque sempre obbligato a mantenere una condotta di guida prudente, tale da potere prevenire eventuali incidenti. In sostanza secondo il parere degli “Ermellini” il pedone va tutelato anche se attraversa con il rosso se questo avviene in maniera tale da lasciare il tempo all'automobilista di osservare i suoi movimenti.
Ma evidentemente l’utente e la sua assicurazione non la pensavano così e pertanto sganc sganc sganc e tanti anche