10 febbraio 2011

IMPOPOLARE POLITICA ... di Marcus brutus


Quelle strane Coincidenze
coincidentia oppositorum 


Il massimo, del quale nulla può essere piú grande, essendo in modo semplice ed assoluto piú grande di quel che da noi si possa capire, poiché è verità infinita, noi non lo cogliamo altrimenti che in modo incomprensibile .


Quando vi sentite dire “ Ma che c’è stai pure a crede ! So tutte coincidenze !”
C'è chi nega tutto, come Massimo D'Alema. C'è chi, come Romano Prodi, riduce tutto a una faccenda da nove milioni di vecchie lire( allora ). Sono i verbali dei politici chiamati in causa da Calisto Tanzi per i finanziamenti di Parmalat alla politica. E tra questi verbali spicca quello di Gianni Alemanno, allora ministro delle politiche agricole, esponente di punta di An. Alemanno è, nei verbali di Tanzi, il politico nella situazione più difficile, perché l'inventore e gran farabbut di Parmalat mette in collegamento diretto i quattrini con un favore preciso ottenuto dal gruppo di Collecchio: il via libera ministeriale al latte Frescoblù, il prodotto varato da Parmalat tra polemiche di ogni tipo. Il 13 marzo 2002 l’allora ministro alemanno diffida la Parmalat a distribuire il Frescoblu, ma al contempo istituisce con il collega della Salute, Girolamo Sirchia, una commissione per stu¬diare il caso. Il 17 maggio la commissione approva la microfiltratura e un mese dopo Alemanno dà il via libera per decreto: il 4 giugno, alla Camera, dice che forse il latte microfiltrato dovrebbe avere il diritto di chiamarsi «fresco». Coincidenze ? A questo punto però gl’inquirenti scoprono che il ministro di An è pure andato in vacanza gratis a Zanzibar con moglie e figlio a Natale del 2002, per un costo (non pagato) di 14.253 euro. E il 1° marzo 2003, sempre secondo la Guardia di finanza, parte per le Seychelles la segretaria particolare del ministro, Alessandra Lippiello: neppure lei avrebbe pagato il conto di 3900 euro. Per le Fiamme gialle anche la scelta dei tempi è sospetta: «La data di partenza del 28 dicembre 2002 coincide con il termine dei lavori della seconda commissione interministeriale sul latte microfiltrato», quella che diede il via libera al Frescoblu. Coincidenze ?: E il viaggio sull’aereo privato di Tanzi per andare a farsi curare una ferita a una mano da uno specialista a Parma? Avendo io avuto un trauma a una mano, lui si offrì: «Vieni a farti vedere a Parma». Io non avevo una nozione precisa di chi fosse la proprietà dell’aereo. Alla fine il Tribunale dei ministri di Roma decide di proscioglierlo. Assenze 1681 su 4875 (34,5%). «Consegnavo i soldi in busta chiusa, conoscevo il destinatario ma non sapevo se quei soldi provenissero da Calisto Tanzi oppure da Parmalat». Così Pier Giovanni Tanzi, suo ex segretario ma non suo parente, nel corso del processo Parmalat contro gli amministratori e sindaci accusati del crac del 2003. Pier Giovanni Tanzi ha raccontato di aver consegnato soldi a esponenti politici di ogni partito. Cinquantamila euro a Romano Prodi, 20.000 euro a Renzo Lusetti «pagati attraverso un suo uomo». Altri soldi sono arrivati a politici parmigiani, tra cui l’ex sindaco Elvio Ubaldi, che ha ricevuto un finanziamento di circa 10. Mila euro e che li iscrisse a bilancio della lista civica Civiltà parmigiana. «Ottantamila euro nel 2003 furono consegnati a Romano Bernardoni, che per il Cavaliere Tanzi svolgeva compiti particolari, ad esempio teneva i contatti con i politici di Roma. In particolare con Gianni Alemanno,», ha detto l’ex segretario di Tanzi. Anche l’ex designatore arbitrale Paolo Casarin ha ricevuto una delle ‘buste’ che Calisto Tanzi, ex patron Parmalat, affidava per la consegna al suo segretario particolare. «All’epoca Casarin non era più designatore, ma svolgeva attività di consulenza per il Parma calcio», ha detto Pier Giovanni Tanzi in aula, spiegando che parte degli emolumenti pattuiti dalla società con Casarin venivano pagati in nero.

Nell’estate del 2003, a pochi mesi dal default di Parmalat, continuavano i voli a bordo dell’aereo privato che il cavaliere offriva ai suoi ospiti illustri. Tra questi anche Marco Rosi, ex presidente dell’Unione parmense degli industriali e titolare della Parmacotto, e la moglie dell’ex ministro Pietro Lunardi. Anche all’ex consigliere di Lunardi, Giovanni Paolo Bernini, e all’ex assessore allo Sport del Comune di Parma, Arturo Balestrieri, furono offerti soldi a sostegno delle rispettive attività politiche. 5 mila euro a testa, all’epoca ha spiegato il segretario in aula. Secondo la Procura, Tanzi utilizzava i fondi del conto «valori bollati» per finanziare illecitamente partiti e uomini politici
Da De Mita ad Alemanno, da Prodi a Berlusconi, Il denaro di Tanzi non puzzava per nessuno. Ecco perché, a distanza di 7 anni dal fallimento, non è stata istituita una commissione di inchiesta sul più grande crac della storia italiana. Quando, il 26 maggio 2005, Calisto Tanzi fu rinviato a giudizio insieme a 28 persone, a Bank of America e a due società di revisione, il procuratore di Milano scrisse che l’ex patron della Parmalat, «nel momento della caduta e del crollo del suo impero industriale, da sempre fondato anche sul favore politico», volle «lanciare un messaggio ai suoi protettori, peraltro mascherando la loro identità all’interno di un elenco nutrito di nomi, comprensivo anche di coloro che avevano ricevuto modesti finanziamenti».
L’ex patron della Parmalat ammise dinanzi alla Procura di Milano di aver «pagato Romano Prodi» e di aver finanziato «anche Berlusconi, Fini, Casini, Alemanno, La Loggia, Castagnetti e altri venti personaggi della politica e del giornalismo». Nella maggioranza dei casi, le loro posizioni vennero archiviate, ma nessuno denunciò Calisto Tanzi per calunnia, coincidenza ?Ma l’immensa lista dei favori fatti ai parlamentari e ai «presidenti, segretari e direttori politici e amministrativi dei partiti» non comprende solo finanziamenti illeciti.
Coincidenze ?
Certamente quello di Alemanno non è il caso più grave. I finanziamenti illeciti e le folli acquisizioni di società partono dagli anni ’80, con la scalata ad Odeon Tv per conto di Ciriaco De Mita, il quale traghettò la Parmalat in Borsa e gli permise di liberarsi dei debiti grazie alla vendita di azioni sul mercato; fino al 2003, quando Tanzi, stando alla testimonianza che rese ai pm di Milano, si rivolse a Berlusconi per prolungare l’“agonia” del gruppo di Collecchio. Tanzi fa nomi e cognomi, ma spesso ritratta. In ogni caso, le sue accuse sono generiche e non permettono di colpire i complici del più grande crac che l'Italia ricordi. Per Tanzi, invece, sono arrivate le condanne. Nel 2008 per aggiotaggio (sentenza confermata in appello) poi in primo grado per bancarotta.
Qui finiscono le coincidenze ? La Quinta Sezione Penale della Cassazione ha annullato, con rinvio ad una nuova decisione, l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano con la quale lo scorso ottobre erano stati disposti gli arresti per l'ex manager, come chiesto dalla Procura, 'per pericolo di fuga', in seguito alla condanna inflitta dalla Corte d'Appello di Milano, a 10 anni di carcere per aggiotaggio e altri reati nell'ambito dell'inchiesta Parmalat.
Allora credete ancora alle coincidenze ?

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