22 febbraio 2011

LO SAPEVATE CHE ...........a cura di giulio 78 , slevin, fabio, lilyth cristy

I dossi artificiali non possono essere montati sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli impiegati per servizi di soccorso o pronto intervento art, 179 regolamento ed esecuzione del cds ( art 42 cds )numero 4 e 5 , ora noi ci domandiamo , come è possibile che propio sotto gli occhi dei magistrati viene violato il cds ?
Possiamo capire che può esserci un'incomprensione nella lettura di ciò ,!?
E' se un mezzo di soccorso come un'ambulanza dovesse prendere a forte velocità un dosso , ed il paziente dovesse subire uno schok o addirittura un'urto violento pregiudicando la sua incolumità come la mettiamo ?
Tre funzionari del Comune di Verona condannati per la morte di due centauri in incidenti diversi, ma provocati dallo stesso "rallentatore" posizionato non ha norma del codice. E dal Veneto parte una crociata per porre un freno al boom di installazioni
Proprio come le rotonde, i dossi sono sempre più di moda sulle nostre strade. Ma due incidenti e una sentenza innovativa hanno portato alla ribalta la pericolosità dei «rallentatori»: il tribunale di Verona ha condannato tre funzionari del Comune per l'installazione non corretta di un dosso via Pestrino. Su quella «barriera» non a norma si sono infranti in due incidenti, nel 2005 e nel 2007, altrettanti motociclisti. E ci hanno rimesso la vita. Soprattutto se, esattamente come le rotonde, sono spesso realizzati e posizionati a caso, senza rispettare le indicazioni del Codice della Strada e le direttive del Ministero dei Lavori Pubblici. Altezze e lunghezze irregolari, materiali inadeguati, mancanza di segnalazioni adeguate e posizionamento in zone pericolose sono le anomalie più gravi, che si sommano a un lungo elenco di scelte all'insegna della superficialità da parte di alcune amministrazioni locali, messe in evidenza dal recente convegno «Auto@Ambiente - Vere bugie e false verità». Se da una parte è comprensibile la necessità di ridurre la velocità dei veicoli in transito in determinate aree per favorire la sicurezza dei pedoni che devono attraversare, dall'altra non bisogna perdere di vista l'incolumità di chi circola su strada, in particolar su due ruote.
Dal Veneto parte quindi una nuova campagna destinata ad allargarsi su scala nazionale. Sempre da questa regione è infatti partito un rapporto al Ministero competente, mirato a ottenere il medesimo risultato, partendo da considerazioni differenti. Il consigliere regionale Raffaele Zanon ha infatti denunciato la pericolosità di questi sistemi, definiti senza mezzi termini «barriere» che ostacolano la percorrenza ai veicoli di soccorso, in particolare alle unità spinali, che trasportano persone che hanno subito lesioni alla colonna vertebrale.

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