19 gennaio 2011

Furti d’identità, come difendersi

Un'osservatorio permanente sul furto d'identità, un fenomeno in notevole crescita negli ultimi anni, sia in Europa che negli Usa. E' la proposta dell'Adiconsum, l'associazione dei consumatori che, mediante un sondaggio, ha scattato una prima fotografia in grado di mettere a fuoco le dimensioni di questo tipo di reato nel nostro Paese, fornendo informazioni sui comportamenti dei consumatori e sul loro livello di conoscenza del problema.
Ma che cos'è il furto di identità e come possiamo difenderci? Ecco alcune informazioni utili.

Che cos'è Si ha un furto di identità ogni qualvolta un’informazione individuale, relativa ad una persona fisica o a un’azienda, è ottenuta in modo fraudolento da un criminale con l’intento di assumerne l’identità per compiere atti illeciti. Tali comportamenti sono da annoverare giuridicamente sotto il nome di “frode”. La frode di identità comprende reati quali l’apertura di conti correnti bancari, la richiesta di una nuova carta di credito o l’utilizzo dei dettagli personali della vittima nell’acquisto di beni, servizi o altri vantaggi finanziari.

Come avviene Il furto di identità può avvenire attraverso diverse modalità. In particolar modo, le informazioni personali delle vittime possono essere recuperate attraverso:
Bin raiding o trashing: attraverso estratti conto, bollette, vecchi contratti assicurativi, lettere personali, involucri di giornali spediti a casa, informazioni fiscali ecc. che sono state buttate nel cestino della spazzatura.
Inoltro della posta: successivamente ad un trasferimento di residenza, quando non si comunica la variazione dell’indirizzo alle Poste Italiane.
Skimming: nella clonazione di una carta di credito durante l’uso, attraverso un’apparecchiatura elettronica in un esercizio commerciale; può essere sufficiente per reperire i dati necessari ad utilizzare una carta senza rubare interamente l’identità della vittima.
Furto della borsa o del portafoglio: generalmente i portafogli e le borse contengono bancomat, carte di credito e documenti di identità come la patente di guida e le tessere di iscrizione a determinate associazioni.
Contatti indesiderati: attraverso chiamate telefoniche alla vittima, durante le quali i malviventi si spacciano per dipendenti della banca o dell’azienda con cui il soggetto intrattiene rapporti commerciali.
Telefonino: mediante la ricezione di messaggi (sms, email) che comunicano ad esempio la vincita di un telefonino di ultima generazione seguendo un link che porta ad un'azione di phishing finalizzata ad acquisire i dati personali.
Noi stessi: possiamo fornire incautamente delle informazioni che ci riguardano ad esempio conversando con un estraneo, dettando al telefono gli estremi della carta di credito per un acquisto effettuato telefonicamente ecc.
Siti internet: a tutti coloro che navigano in internet viene regolarmente richiesto di fornire informazioni personali per poter accedere a determinati siti e per poter acquistare beni. In molti casi queste informazioni viaggiano sulla rete in chiaro e non in modalità protetta.
Salvando le password sul pc: le password e le username utilizzate per accedere ai conti correnti online o ad altri siti che contengono informazioni personali possono essere memorizzate sul pc. In questi casi, chiunque abbia accesso al computer può entrare senza difficoltà nei siti protetti utilizzando le password salvate.
Phishing: questo termine identifica il furto via posta elettronica. Il malvivente invia un’e-mail dichiarando di essere un incaricato di una banca o di una compagnia di carte di credito o di appartenere ad altre organizzazioni con cui si possono avere rapporti inducendo a fornire informazioni personali con le più svariate motivazioni (per riscuotere premi in denaro, beni tecnologici, ripristinare password scadute, etc.). Generalmente l’e-mail chiede di utilizzare un link per accedere ai dettagli del conto della vittima presso il sito della compagnia, adducendo motivazioni di sicurezza, link che in realtà conduce in un sito web solo all’apparenza originale.
Blog, social network ecc.: un crescente numero di utenti sta fornendo un’elevata quantità di dati personali nei propri blog, siti chat, nei profili dei social network ecc.

Il furto di identità in Italia Nel 2006, nel nostro Paese, sono stati stimati oltre 17mila tentativi di frode creditizia, per un ammontare complessivo pari a circa 80 milioni di euro. Nel 93% dei casi le vittime non sono riuscite a denunciare l'autore della frode ma hanno sporto denuncia contro ignoti e l'importo medio dei casi denunciati è stato di 5.301 euro. La vittima ci mette in media 206 giorni per scoprire la frode creditizia mediante furto della privacy.
L'indagine di Adiconsum, realizzata con il sostegno di Fellowes Leonardi, ha esaminato un campione di 1325 persone fra i 18 e i 60 anni di entrambi i sessi e residenti su tutto il territorio nazionale. Circa un consumatore su quattro ha avuto esperienza diretta o indiretta (tramite familiari e conoscenti) del furto d’identità, soprattutto a causa di sottrazione o smarrimento di documenti e clonazione di carte di credito. Sembra essere abbastanza contenuto il numero di soggetti (15%) caduti nella trappola del phishing, anche se risulta sempre più in crescita la tecnica del reperimento fra i rifiuti di documenti personali, bancari o d'altro tipo (bollette, modelli fiscali ecc.) da cui estrarre dati anagrafici, numeri di carte di credito, firme e quant'altro consente di copiare il profilo della vittima. Il 55% degli intervistati, infatti, getta documenti contenenti dati sensibili senza distruggerli. A questo proposito, anche una rilevazione fatta l'anno scorso da Experian in collaborazione con l'amministrazione comunale di Schio (Vicenza) ha dimostrato come gli italiani gettino incautamente in pattumiera una gran quantità di documenti personali, bancari e commerciali che facilitano il compito dei ladri di identità. Nel 43% dei sacchi per la raccolta differenziata della carta presi in esame, infatti, erano stati trovati documenti riservati e con firme cestinati dai cittadini.
Le categorie maggiormente colpite sono i commercianti e i liberi professionisti. Questi ultimi, in particolare, sono più frequentemente vittime di clonazione di carte di credito, per il frequente uso che fanno di alcune tipologie di pagamento elettronico. I lavoratori dipendenti e gli studenti, invece, risultano maggiormente colpiti dal phishing. Il fenomeno del trashing, infine, è più diffuso al Sud rispetto al resto d'Italia. In generale i residenti del Centro Sud sono i più colpiti dal fenomeno del furto di identità;  il 49% degli intervistati lascia memorizzate le proprie password sul pc;  il 40% ancora non usa le carte prepagate per i propri acquisti online.
Nel nostro Paese, infine, il furto d'identità rimane una scoperta del consumatore, che si accorge di essere stato derubato attraverso la lettura degli estratti conto. Molto pochi i cittadini che hanno ricevuto segnalazioni dalla propria banca o società finanziaria.

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